COL VETORAZ, QUELLO SPLENDIDO ANFITEATRO NATURALE TRA LE COLLINE DEL CARTIZZE

di Giuseppe Casagrande

La cantina Col Vetoraz casagrande itin 22 570

Sul punto più alto dell'omonimo colle sorge l'azienda Col Vetoraz pluripremiata dalle guide internazionali per i suoi gioielli. L'ultimo è il "Brut Rosa Dodici Lune"

Le colline di Valdobbiadene sono un meraviglioso anfiteatro naturale dove il costante lavoro degli uomini, sostenuto da infinita passione, ha contribuito nei secoli a creare uno scenario unico, un luogo di inestimabile valore riconosciuto patrimonio dell'Unesco. Terra unica dove anche i vini sono "superiori" e parlano il linguaggio dell'eccellenza. 

Proprio qui tra cielo e terra, sul punto più alto dell’intera denominazione Conegliano-Valdobbiadene, a 400 metri sul livello del mare, abbracciata dalle celebri colline del Cartizze, ha sede Col Vetoraz. Un’attrezzata sala degustazione con personale multilingue adeguatamente formato all’hospitality, accoglie i visitatori per accompagnarli in un’esperienza sensoriale imperdibile, che coinvolge olfatto e gusto ma regala anche emozioni visive indimenticabili grazie ad una terrazza panoramica mozzafiato dove lo sguardo spazia a perdita d’occhio sui vigneti digradanti fino a valle. 

Sono disponibili per gli ospiti diversi pacchetti di degustazione chiamati ’Conoscere il Valdobbiadene’ per approfondire la conoscenza del territorio e dell’intera gamma dei vini, ciascuno dei quali è degno interprete della natura intrinseca del Valdobbiadene Docg, considerato il vino del benvenuto. Ma Valdobbiadene offre anche inediti itinerari tutti da scoprire, punteggiati da piccoli e grandi tesori d’arte, perfetti per un trekking a passo lento o un’escursione in bike.

L'itinerario delle chiesette tra natura, storia e paesaggi mozzafiato

colline di Valdobbiadene patrimonio dellUnesco colvetoraz casagrande itin 22 570

Una piacevole alternativa è l’itinerario delle chiesette, un percorso nei paesaggi mozzafiato, tra natura e storia. Ad esempio la piccola chiesa di Sant'Alberto che da oltre cinque secoli domina e protegge i vigneti di Valdobbiadene, meta annuale in occasione della festa del Santo, per le genti della vallata per scongiurare la siccità con la benedizione dell'acqua.

Sino agli inizi del secolo scorso qui dimorava un eremita, che viveva della carità degli agricoltori e pregava per la buona riuscita dei raccolti: quando, d'estate, vedeva in lontananza addensarsi un temporale, suonava a distesa la campana per richiamare i contadini alle proprie case. Si credeva che le vibrazioni causate dalla campana avessero il potere di allontanare la grandine, il flagello più temuto dai viticoltori. 

Oppure la chiesetta di San Gregorio dedicata al grande riformatore della Chiesa e patrono di Valdobbiadene; antico convento cappuccino di composta bellezza e unica struttura seicentesca rimasta sul territorio, utilizzata spesso per grandi celebrazioni grazie alla sua particolare acustica.

Le Meridiane e la tradizione contadina di queste terre

Paolo De Bortoli Francesco Miotto e Loris DallAcqua col vetoraz casagrande itin 22 570

I titolari dell'azienda Col Vetoraz: Paolo De Bortoli, Francesco Miotto e Loris Dall'Acqua.

Elementi interessanti da osservare sono le antiche meridiane che decorano le pareti di case private e chiese. A Valdobbiadene ne sono censite oltre trenta. Questi strumenti di misurazione del tempo e della vita sono fortemente legati alla tradizione contadina di questa terra, segnano infatti le ore del giorno ma anche le stagioni dell’anno scandendo le varie fasi di lavoro nei campi. Vere e proprie opere d’arte, di matematica e di astronomia, sono spesso arricchite da figurazioni simboliche e da motti che ricordano la saggezza antica.

Il più conosciuto tra gli orologi solari di Valdobbiadene è la meridiana realizzata nel 1862 dall’abate Giovanni Follador sulla facciata sud del campanile del Duomo. Quella che apprezziamo oggi è un rifacimento dell’originale distrutto dai bombardamenti del primo conflitto mondiale. Il grande quadrante riporta il motto “Il tempo e la vita non si fermano” è incorniciato da due bande laterali decorate dalle raffigurazioni dei segni zodiacali.

Col Vetoraz Spumanti: un milione e 250 mila bottiglie

COL_VETORAZ_panorama_e_bosco_2_570.jpg

Situata nel cuore della Docg Valdobbiadene, la cantina Col Vetoraz si trova a 400 metri di altitudine, nel punto più alto dell’omonimo colle, in quell'angolo di paradiso che sono le celebri colline del Cartizze da cui ha origine questo vino pregiato. E’ proprio qui che la famiglia Miotto si è insediata nel 1838, sviluppando fin dall’inizio la coltivazione della vite.

Nel 1993 Francesco Miotto, discendente di questa famiglia, assieme all’agronomo Paolo De Bortoli e all’enologo Loris Dall’Acqua hanno dato vita all’attuale Col Vetoraz, una piccola azienda vitivinicola che ha saputo innovarsi, crescere e raggiungere in 25 anni il vertice della produzione di Valdobbiadene Docg sia in termini quantitativi che qualitativi, con oltre 2.200.000 chili di uva Docg vinificata l’anno da cui viene selezionata la produzione di un milione e 250 mila di bottiglie. 

Grande rispetto per la tradizione, amore profondo per il territorio, estrema cura dei vigneti e una scrupolosa metodologia della filiera produttiva e della produzione delle grandi cuvée, hanno consentito negli anni di ottenere vini di eccellenza e risultati lusinghieri ai più prestigiosi concorsi enologici nazionali ed internazionali.

Dodici Lune, uno spumante dal nome poetico che evoca freschezza ed eleganza

Brut Rosa Dodici Lune col. itin 22 570

L'ultimo gioiello di Col Vetoraz è il "Brut Rosa Dodici Lune", uno spumante dal nome poetico che evoca freschezza e allo stesso tempo eleganza. L’idea infatti che ha portato alla realizzazione di questo vino, nasce fondamentalmente dall’esigenza di lavorare ad un prodotto che potesse confrontarsi a testa alta con un metodo classico ed avere risultati simili in termini di qualità ma più eleganti nelle sfumature. 

E’ ottenuto da uve di Pinot Nero dell’Alto Adige vinificate in rosa. Si ottiene così un vino dalle sfumature salmone, che pur con una lunga maturazione sui lieviti mantiene una fragranza aromatica ancora riconducibile al frutto, un perlage fine e persistente, una spuma cremosa e un bouquet elegante ed armonioso. Al palato si presenta asciutto, armonico e di buona lunghezza e i suoi profumi richiamano la frutta di bosco e il lievito maturo. In alto i calici. Prosit.

Logo 2022 Itinerari dei sapori

©2024 itinerarideisapori.it All Rights Reserved.